I proprietari che affittano casa con contratto a canone concordato hanno diritto alla cedolare secca con la tassazione agevolata al 10%: ma come funziona? conviene o no? Forse non tutti coloro che vogliono dare in locazione o prendere in affitto una casa conoscono le procedure del contratto a canone concordato: questo prevede che il canone di locazione da versare mensilmente non possa essere deciso autonomamente dal locatore, ma debba essere stabilito in base a una contrattazione tra associazioni degli inquilini e dei proprietari. Il canone mensile, che varia a seconda del tipo di abitazione e del luogo geografico in cui si trova, rimane fisso per tutta la durata della locazione in quanto non risente delle rivalutazioni Istat.
Quali sono, quindi, i vantaggi della cedolare secca?
Il proprietario che opta per la soluzione del contratto a canone concordato ha diritto al regime di tassazione agevolata garantito dalla cedolare secca: esso consente di assoggettare l’importo versato dall’affittuario non con le aliquote Irpef ordinarie, dal 23% al 43%, ma con un’imposta sostitutiva al 10%. Anche chi affitta a canone libero può usufruire della cedolare secca: in questo caso, l’aliquota è però fissata al 21%.
Affitto più basso e tassazione inferiore
La cedolare secca applicata al canone concordato si paga nell’anno successivo al primo affitto, perché si calcola sulle entrate dei dodici mesi precedenti. Alla luce di tutto ciò, visto l’obbligo dell’equo canone è importante per i proprietari fare i dovuti calcoli con le tabelle fornite dai Comuni di residenza e porsi un interrogativo: a fronte di una minore tassazione, è conveniente abbassare i canoni di locazione rispetto ai prezzi di mercato?